Intervista esclusiva a Stefano Fabrizio (ADM): “Regolamentazione non va confusa con proibizionismo, necessario però Testo Unico sui giochi. Il mero proibizionismo rischia di spostare parte della domanda verso attività non lecite”

L’importante ruolo svolto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel contrasto al gioco illegale, la tutela delle categorie più deboli, il rapporto con Eurispes, la normativa sui giochi, il proibizionismo, la reputazione del settore del gaming: questi solo alcuni dei punti toccati nell’esclusiva intervista rilasciata da Stefano Fabrizio (assistente del direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) al direttore di Agimeg Fabio Felici. Ricordiamo che Stefano Fabrizio è stato designato quale referente dell’ADM per il Tavolo Permanente con l’Eurispes, istituito con finalità di studio ed analisi della fenomenologia afferente in particolare al settore del gioco pubblico, al fine di identificare eventuali infiltrazioni di criminalità comune e/o organizzata, di individuare soluzioni per contrastare il gioco illegale ed apprestare i rimedi per una più efficace tutela dei soggetti coinvolti con particolare riguardo ai minori e alle fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione.

La creazione di un tavolo permanente tra ADM e l’Eurispes dimostra la grande attenzione verso il contrasto al gioco illegale. Ritenete che gli strumenti oggi a disposizione siano sufficienti per questa opera di contrasto oppure avete in programma nuovi interventi?

Per ciò che concerne il contrasto al gioco illegale e la tutela delle categorie deboli, ADM è impegnata su diversi fronti. Oltre all’attività di analisi e di verifica che l’Agenzia svolge autonomamente, grazie anche ai poteri di Polizia Giudiziaria dei suoi funzionari e alla tradizionale collaborazione con le Procure, recentemente è stata rafforzata la collaborazione con le forze di polizia attraverso il coordinamento garantito dalla presidenza del CoPReGI (Comitato per la Prevenzione e la Repressione del Gioco Illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori).

Come si articola il rapporto con l’Eurispes per il rafforzamento della prevenzione e repressione del gioco illegale?

Con Eurispes – che nelle proprie Ricerche sull’area del gioco sotto l’egida dell’Osservatorio Gioco, Legalità e Patologie ha più volte evidenziato i rischi dell’illegalità – abbiamo deciso di mettere a fattore le rispettive competenze per analizzare in modo più completo i fenomeni afferenti al settore del gioco pubblico al fine di identificare eventuali infiltrazioni di criminalità comune e/o organizzata e apprestare i rimedi per una più efficace tutela dei soggetti coinvolti, con particolare riguardo ai minori e alle fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione. A tal fine, le analisi non si limiteranno al solo settore dei giochi ma atterranno anche settori contigui in cui si evidenziano condotte malavitose quali il contrabbando di prodotti soggetti ad accise, il traffico illegale di farmaci e di sostanze psicotrope, la contraffazione e la penetrazione criminale nella filiera agroalimentare. È per questa pluralità di fenomeni che il tavolo, a seconda degli argomenti trattati, sarà aperto anche alla collaborazione di altre istituzioni.

Le normative di tipo proibizionistico (tipo il distanziometro che ha allontanato i negozi di gioco pubblico da molte città) attuate da diversi enti locali non rischiano di regalare spazi all’illegalità?

La regolamentazione non va confusa con il proibizionismo. Compito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è quello di applicare le norme decise dal Legislatore. L’impianto normativo è teso a dettare dei presidi: la protezione delle categorie deboli, i controlli necessari ed evitare la commistione della criminalità organizzata. Sicuramente, allo stato vi è una concorrenza normativa di più soggetti e non sempre le diverse norme sono tra loro concorrenti. È per questo che il Direttore Generale di ADM ha posto la questione di un Testo Unico dei Giochi. Per armonizzare e razionalizzare la disciplina. Da un punto di mera analisi economica, come mostra l’esperienza del lockdown, il mero proibizionismo corre il rischio di spostare una parte della domanda verso attività non lecite e, quindi, meno tutelate. Il tavolo è stato pensato e voluto per studiare la materia. I risultati di queste attività potranno essere di supporto all’attività normativa. Le recenti ricerche dell’Eurispes (in particolare sul Piemonte e sul Lazio) hanno segnalato, sulla base dei riscontri delle autorità inquirenti, l’aumento dei flussi illegali in concomitanza con la restrizione dell’offerta legale.

Come si potrebbe migliorare la reputazione del gioco legale, spesso attaccato, ma che non solo garantisce importanti entrate erariali per lo Stato ma è anche una prima linea di contrasto al gioco illegale?

Regole chiare, uniformi e facilmente applicabili. Un’informativa mirata alle categorie più deboli. Strumenti di prevenzione e cura delle ludopatie. L’uso della tecnologia per individuare, isolare e reprimere l’uso illegale delle possibilità offerte dal gioco in termini di riciclaggio, finanziamento delle criminalità e sfruttamento dei soggetti deboli. Un’attenta attività di presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine. Al pari di altri fenomeni e attività, il gioco non è da demonizzare per se stesso. Occorre però impedire l’uso distorto che ne può essere fatto.

Quando è prevista la prima riunione del tavolo?

L’attuale fase epidemica non favorisce le attività, ma abbiamo già avviato la definizione dei primi obiettivi. È ipotizzabile una prima riunione all’inizio di dicembre. ff/AGIMEG