Bankitalia: “Nel 2020 debiti aumentati per le aziende dei comparti maggiormente interessati dalle misure di contenimento dell’epidemia, come l’intrattenimento”

“Nel 2020 è aumentato l’indebitamento, interrompendo la riduzione che proseguiva pressoché ininterrotta dal 2011. I debiti finanziari sono saliti al 76,9 per cento del PIL, mantenendosi a un livello inferiore rispetto alla media dell’area dell’euro. La leva finanziaria è cresciuta di 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente, per effetto soprattutto della flessione del valore di mercato del patrimonio; al netto delle disponibilità liquide, significativamente aumentate in seguito all’espansione del risparmio di impresa, la leva si sarebbe invece leggermente ridotta. Gli andamenti sono assai eterogenei tra settori, con aumenti del debito più pronunciati per le aziende dei comparti maggiormente interessati dalle misure di contenimento (alloggio e ristorazione, intrattenimento)” a causa del Covid. E’ quanto si legge nella Relazione annuale della Banca d’Italia presentata oggi.

“Nel 2020 le entrate complessive sono scese del 6,4 per cento, soprattutto per effetto della contrazione del PIL nominale (-7,8 per cento). Nel corso dell’anno sono stati disposti alcuni slittamenti delle scadenze fiscali; in linea con i principi contabili ESA 2010, l’Istat ha comunque contabilizzato nei conti di competenza del 2020 parte degli importi interessati dal rinvio. Circa l’80 per cento della diminuzione delle entrate è dovuta al minore gettito delle imposte indirette (-28,9 miliardi; -11,2 per cento), la cui dinamica è risultata sostanzialmente in linea con il calo dei consumi delle famiglie, e dei contributi sociali (-13,6 miliardi; -5,6 per cento)”.
“Tra le imposte indirette – prosegue Bankitalia – oltre al gettito dell’IVA (-12 miliardi; -10,8 per cento), si è ridotto quello delle accise sugli oli minerali (-4,5 miliardi; -17,2 per cento), dell’IRAP (-4,1 miliardi; -16,9 per cento) e dell’imposta su lotto e lotterie (-3,3 miliardi; -30,7 per cento). Sul calo dell’IRAP ha influito l’abolizione del versamento del saldo dovuto per il 2019 e del primo acconto per il 2020 per imprese e lavoratori autonomi con un volume di ricavi inferiore a 250 milioni, disposta dal decreto “rilancio” (4 miliardi)”. lp/AGIMEG