Chiusura attività, Zaia (Pres. Veneto): “Spero che il Governo riveda alcune azioni messe in piedi perchè non avranno incidenza sulla curva dei contagi”

“Noi adesso siamo nella seconda fascia delle cinque prevista del piano sanitario-ospedaliero. Per arrivare alla terza fascia o superiamo i 150 ricoveri in terapia intensiva o i 900 pazienti in ricovero. Ma sono gia’ in terza fascia ormai Belluno e Treviso”. Lo ha detto Luca Zaia, presidente del Veneto. “Sabato sera noi Governatori abbiamo scritto nero su bianco al Governo che non andava bene il DPCM e abbiamo chiesto modifiche. Ad esempio abbiamo trovato la mediazione delle 23 come orario di chiusura per i ristoranti. Chiedevamo perchè non si valutassero gli assembramenti di centri commerciali. Siamo davanti ad un DPCM che non si sa su quale base epidemiologica sia stato adottato e con che principio di sanità, dal momento che viene punito da una parte ma non per centri commerciali e musei. Le proteste sono comprensibili. Pensare che poche categorie produttive paghino il conto per tutti allora vuol dire che dal punto di vista sanitario dobbiamo certificare che le linee guida date loro erano inutili. Ma non lo sono, dal punto di vista epidemiologico non abbiamo avuto notizia di contagi in palestre o nei ristoranti. Spero che il Governo, nell’ottica di sanità pubblica, riveda alcune azioni messe in piedi perchè non avranno incidenza sulla curva dei contagi. Oggi non c’è un provvedimento che la Regione può scrivere che sia solido e dia la tranquillità di poter riaprire”, ha continuato. “Per quanto riguarda il Veneto, lodevole il segnale di civiltà dato nelle piazze. Ho visto una protesta di gente che non chiede sussidi ma di poter lavorare, una protesta di persone con le mascherine, persone che hanno investito contro il Covid per adeguarsi alle linee guida e che oggi sono disarmate davanti a questo principio secondo il quale la loro chiusura rappresenta l’appiattimento della curva dei contagi. Non sarà così. Il solo lockdown che funziona è quello che può fare una dittatura. Il reddito di queste famiglie sarà in difficoltà, molti non riapriranno più. Non possiamo perdere sanitariamente e imprenditorialmente. Questa mossa rischia di aver fatto un minimo di riscaldamento a bordo campo, ma essere fuori tempo rispetto alla partita. Io sarei partito con norme pesanti contro qualsiasi forma di assembramento delegando queste attività ad esser loro ad ospitare ed accudire i cittadini in maniera regolare. Dopodiché chi sbaglia paga”, ha aggiunto. “Riguardo ai centri commerciali, mi aspetto che il Governo prenda una posizione su questo”, ha concluso. cdn/AGIMEG