Endrizzi (M5S): “In vista del riordino dei giochi necessaria riflessione sulla questione illegalità”

“Le infiltrazioni mafiose nel canale del gioco legale sono ormai confermate da lunghe e corpose indagini iniziate anche dieci anni indietro. In alcuni territori gli inquirenti parlano di MONOPOLIO del mercato da parte della criminalità organizzata, e non c’è molto da stupirsi dal momento che si diceva lo stesso, oltre quindi anni fa, nel settore edile per il movimento terra”. E’ il commento del Senatore del MoVimento 5 Stelle, Giovanni Endrizzi, all’articolo di ‘Repubblica’ riguardante il sequestro del patrimonio di Bacchi, implicato per conto di Cosa nostra in un giro di scommesse illegali.

!”E’ ormai manifesto – spiega il Senatore – che le organizzazioni mafiose, in alcuni casi anche in sinergia tra loro creano veri e propri cartelli, siano uscite dal sommerso clandestino (che ancora persiste) per infiltrarsi, e in alcuni casi anche integrarsi, nel circuito legale. Controllo del territorio, riciclaggio e ampi profitti sono stati gli obiettivi, e le difficoltà di controllo da parte degli inquirenti la breccia”.

In vista della legge sul riordino dei giochi – prosegue il Senatore – è necessario che ci sia una riflessione profonda sulla questione illegalità, con un faro specifico sulla criminalità organizzata. 80 miliardi di euro, questa è la cifra stimata (probabilmente al ribasso) del circuito dell’azzardo illegale, è inaccettabile. 80 miliardi sono due Finanziarie che spariscono in un anno dalle tasche degli italiani”.

Dopo la condanna in primo grado a 18 anni, per Benedetto Bacchi oggi è scattata la confisca del suo patrimonio da sei milioni di euro, compresa la villa di lusso in viale Margherita di Savoia a Mondello. All’imprenditore, considerato il re delle scommesse e del gioco illegale per conto di Cosa nostra, la polizia ha tolto definitivamente dieci immobili, sette società che si occupano di giochi, scommesse e costruzioni, quattro automobili, sei rapporti finanziari, una quota societaria e un diritto di credito da 300 mila euro. La confisca del patrimonio di Bacchi è in esecuzione di un provvedimento della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo su richiesta del questore. Lo riporta la Repubblica – Palermo.

Bacchi venne arrestato nell’ambito dell’operazione Game Over che svelò nel gennaio 2018 per la prima volta il legame sempre più forte e proficuo fra le famiglie mafiose e il mondo delle scommesse e del gioco online illegale. Un interesse talmente forte che oggi questo business rappresenta la più cospicua fonte di reddito per Cosa nostra.

Le indagini confermarono come Bacchi con il sostegno delle famiglie mafiose di Partinico e di quelle palermitane di San Lorenzo, Resuttana, Porta Nuova, Noce e Brancaccio, è riuscito, in breve tempo, a conquistare il monopolio del mercato del gioco sul territorio palermitano. Nell’arco di un decennio, Bacchi ha consolidato un circuito di scommesse e giochi online in grado di competere con i più importanti marchi nazionali, con la sostanziale differenza che grazie all’aiuto dei clan ha potuto ampliare al massimo la diffusione del suo marchio in cambio di una partecipazione ai profitti e all’utilizzo dei canali finanziari del circuito delle scommesse e dei giochi a distanza per riciclare e occultare proventi di attività illegali.