Giovanni Kessler (già Dir. ADM): “Gli interessi del settore del gioco sono spesso contrastanti, quindi è necessaria una politica nazionale unica. La nuova frontiera del gioco sono le Vlt, non più le Awp”

“Sul gioco ci sono tre interessi in campo: quello degli imprenditori, quello dello Stato e quello sociale. Il gioco è un fenomeno che crea dipendenza ed è l’unica che non deriva da una sostanza. Un lavoro molto complesso svolto da ISS dice che i giocatori problematici sono circa il 3% della popolazione, ovvero 1,5 milioni di persone. Questo è un po’ uno stigma che si portano dietro gli operatori. Gli interessi sul settore sono spesso contrastanti, dunque ci vuole una politica nazionale, non una per ogni Regione. Le politiche che sono state fatte per contenere il problema della ludopatia sono state condivise tra interessi nazionali e locali, che sono intervenuti su orari e distanze creando ulteriori problemi”. E’ quanto ha affermato l’ex Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Giovanni Kessler, durante i Lottomatica Talks di Trento.

“Credo sia necessaria una strategia unica. La strategia non può essere quella di modificare orari e distanze. Molto spesso, al posto di limitare il gioco, si è detto di responsabilizzare l’operatore. Sono d’accordo, ma non può bastare. Ad esempio, i minori non potrebbero giocare ma molto spesso entrano indisturbati nelle sale. Dunque, c’è già un problema di fondo e, in più, non mi pare giusto scaricare solo sull’operatore questa responsabilità. Secondo me non è così complicato evitare la dipendenza da gioco, anche senza arrivare alla decisione drastica di chiudere tutte le sale gioco. La nuova frontiera del gioco sono le Vlt, non più le Awp. Con questi terminali possono crearsi dei profili di gioco che possono limitare i volumi e l’intensità di gioco da parte della stessa persona. Per fare questo sarebbe necessario un intervento della politica”, ha aggiunto. ac/AGIMEG