Assemblea Nazionale ANCI, Distante (Sapar) ad Agimeg: “La tutela delle piccole e medie imprese di gestione e della rete generalista sono le nostre priorità”. Il VIDEO

SAPAR, Associazione Nazionale Servizi Apparecchi per Pubbliche Attrazioni Ricreative, anche quest’anno è stata presente con uno stand dedicato all’Assemblea Nazionale dell’ANCI, giunta alla 40esima edizione, che quest’anno si è svolta da Genova.

Una legge nazionale per il settore, la questione territoriale, la tutela delle piccole e medie imprese, il caso scommesse, l’importanza della rete generalista. Sono questi gli argomenti che Domenico Distante, presidente Sapar, ha trattato in una esclusiva intervista rilasciata ad Agimeg.

Presidente, la Sapar è ormai una presenza fissa all’Assemblea Nazionale ANCI. E’ importante per una associazione storica come la vostra essere al fianco dell’ANCI?

“Questo di Genova è il quarto anno consecutivo che ci vede presenti dopo Arezzo, Parma, Bergamo. Credo che sia un appuntamento importante per poter interloquire con le amministrazioni locali di tutto il territorio nazionale. La tre giorni di Genova ce ne ha dato conferma”.

Da sempre siete in prima linea per la difesa delle piccole e medie imprese di gestione. La questione territoriale, come distanziometro e limiti orari, è una delle principali problematiche che attanagliano il vostro settore?

“Il nostro primo cruccio è quello della difesa della piccole e medie imprese e della difesa del territorio dalle leggi regionali emanate negli ultimi anni, che hanno fatto molti danni, anche se consiglieri regionali hanno provveduto in un secondo momento a modificarle e a sostituirle. Abbiamo bisogno di una legge delega nazionale per avere una normativa uniforme su tutto il territorio nazionale. Il Governo sta lavorando proprio su questo, spero si possa presto portare a casa perché è davvero importante per la sopravvivenza del settore del gioco pubblico legale, che rappresentiamo, per la tutela delle piccole e medie imprese, per la difesa degli associati e dello Stato. Dove non c’è gioco legale regna l’illegale. Dobbiamo tutelare le piccole e medie imprese e i loro dipendenti che sono una delle realtà più importante da tutelare”.

Crede che si arriverà mai ad avere una legge nazionale sul gioco pubblico che possa soddisfare le esigenze di tutti gli attori in campo e superare una volta per tutte la normativa a macchia di leopardo che in alcune territori e regioni ha penalizzato in maniera drastica le aziende di gioco legale?

“Auspichiamo che finalmente si possa arrivare ad una conclusione con tutti gli attori della filiera: Conferenza Stato-Regioni, Comuni, Governo e Associazioni di categoria. Sono stati prorogati i bandi. Nessuna impresa può partecipare ad un bando se non c’è prima una legge chiara e univoca su tutto il territorio nazionale. Esiste la paura per le diverse leggi di Regioni e Comuni”.

Come può il settore far ricredere il mondo politico sulla cattiva ed immeritata reputazione che ancora oggi appare spesso su quotidiani e media vari?

“Purtroppo in questo momento siamo nuovamente nell’occhio del ciclone. C’è qualcuno che di proposito, credo, ha associato la ludopatia e le scommesse legali a quello che sta succedendo al momento nel mondo del calcio. Si tratta di mondi differenti, la notte e il giorno. E’ necessario fare attenzione. Ho visto titoli di giornali o trasmissioni che parlano di ludopatia, ma qui si tratta di un’altra cosa. E’ necessario tutelare il settore del gioco fisico. Si tratta di 150mila persone su tutto il territorio nazionale che dobbiamo difendere. Non si deve fare di tutta un’erba un fascio. Purtroppo la mancata informazione ha portato a confondere ciò che sta succedendo nel mondo del calcio con il comparto degli apparecchi da intrattenimento. Ma chi fa questo lavoro sa che quando c’è da colpire si spara sempre sul primo che capita”.

Rimanendo in campo politico, la tutela della rete generalista è una vostra priorità a difesa delle imprese e dei lavoratori del comparto?

“Sì, è uno dei punti più importanti. La tutela dei generalisti significa far continuare ad avere ai pubblici esercizi un numero anche esiguo di apparecchi. Non è necessario avere molti apparecchi in ogni pubblico esercizio, ne possono bastare anche pochi. Ci sembra giusto, e lo abbiamo evidenziato in ogni incontro con il Governo, diminuire il numero massimo di apparecchi. Ma togliendo tutte le macchine ai generalisti si creerebbe un danno a tutti gli esercenti, gli verrebbe a mancare una risorsa importante per poter far fronte agli impegni. Inoltre il posto del gioco fisico nel pubblico esercizio potrebbe essere preso dal gioco illegale. Negli ultimi 20 anni i concessionari hanno fatto un lavoro importante con il collegamento in rete degli apparecchi, i gestori sono stati i primi a difendere il gioco legale, gli esercenti a ospitare gli apparecchi e a fare un servizio di tutela e rispetto delle regole nei propri esercizi. Credo che questo modus operandi debba essere mantenuto. Non possiamo dimenticare che tutta l’Europa ci invidia il modo in cui si è comportato il gioco legale in Italia”. 

cdn/AGIMEG