“Il Premier Conte è andato alla Camera, ma io vi confesso, senza lunghe premesse, che non ci ho capito granché. Non ho capito se la mia Regione è a rischio – e quanto lo è. Non ho capito se la didattica a distanza varrà pure per le medie o solo per i licei. Ho capito che le slot machine sono il male assoluto, ma non ho capito a che ora dovrebbe scattare il coprifuoco: può essere che una decisione così grave debba diventare oggetto di un mercanteggiamento politico? Davvero è impossibile, al nostro presidente del Consiglio, parlare chiaro, non costringendo anche noi giornalisti, che cerchiamo di raccontarvi cosa sta succedendo, a comportarci da pagliacci?”. Lo ha detto nella sua rubrica “Zuppa di Porro” il giornalista e conduttore di Quarta Repubblica su Rete 4, Nicola Porro, commentando il discorso di Conte alla Camera di ieri.
“Non ci ho capito nulla, Conte ha fatto una premessa di 30 minuti, in cui ha spiegato le procedure in cui ci sono 22 parametri che definiscono se una regione è più o meno a rischio. Ma la mia regione è a rischio? Non lo so. Se ho un bar e nel mio bar c’è una slot, lo lascio aperto ma non posso giocare alla slot, perché gli apparecchi di gioco sono una cosa brutta e sbagliata: su questa cosa il Premier è entrato nel dettaglio, su tutto il resto no. Alla fine ci ha spiegato che il lockdown generalizzato come a marzo non ci sarà, che si faranno chiusure differenziate, ma allora perché l’abbiamo fatto la scorsa primavera quando il virus non era così diffuso come invece è oggi? Il Parlamento a cui il Premier ha riferito non ha capito nulla. Gli italiani vogliono avere solamente la certezza di cosa accadrà domani, se potranno continuare a vivere”, ha concluso Porro.
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