Operazioni All In: Rosa (Legale): “Sulle vincite estere gravi negligenze dei funzionari del Fisco”

“Cristiano Blanco si è visto notificare avvisi di accertamento per l’importo complessivo di circa € 580.000,00, di cui più della metà sono sanzioni.
Quando lo Stato ti notifica atti esecutivi per un simile importo, a meno che tu non sia milionario, vedi la tua vita e il tuo futuro seriamente in bilico: Cristiano Blanco e tutta la sia famiglia sono stati emotivamente distrutti da questa vicenda, vivendo tre anni da incubo. Equitalia ha infatti avviato le procedure di riscossione in pendenza di giudizio e Cristiano è stato letteralmente costretto ad emigrare e ad interrompere ogni rapporto con il proprio paese, non potendo avviare alcun tipo di attività, né comperarsi un bene, senza parlare dell’eredità futura, che è stata frutto di anni e anni di sacrifici da parte dei suoi genitori. E che dire delle spese legali? Avete una vaga idea di quanto può costare l’assistenza di due professionisti per un causa di questo valore, da patrocinarsi anche presso la Corte di Giustizia?”

Sono le riflessioni dell’avvocato Massimiliano Rosa, legale che per conto di un gruppo di poker player italiani ha portato fino alla Corte di Giustizia Europea la questione della doppia tassazione richiesta dalla Commissione Tributaria Provinciale di Roma sulle vicite nei casinò esteri.

“La battaglia – prosegue Rosa – adesso si sposta radicalmente sul piano risarcitorio e, anche se dubito avvenga, la speranza è che la Commissione Tributaria Provinciale di Roma condanni l’Amministrazione a risarcire tutte le spese legali sostenute dal cliente. Qualora ciò non avvenisse in modo adeguato, intraprenderemo certamente tutte le azioni necessarie e, in ogni caso, valuteremo seriamente se procedere anche in sede civile.
Tenete presente, infatti, che nella corposa analisi normativa presente nella Direttiva All-in, redatta teoricamente dalle menti più brillanti e giuridicamente preparate della nostra Amministrazione Finanziaria, non v’è la minima traccia del diritto comunitario, nemmeno citato o sfiorato col pensiero: questa si chiama grave imperizia! A mio parere, non si può giustificare una tale incompetenza a simili livelli ma proviamo a credere in un errore in buona fede; a questo punto, tuttavia, quando i difensori del contribuente denunciano la violazione in modo perentorio ed esaustivo, producendo fiumi di memorie, di documenti, di analisi dottrinali e giurisprudenziali, e ciò sia in sede di verifica precontenziosa, sia di concordato post accertamento, sia di mediazione obbligatoria e, infine, in sede processuale, ci si aspetterebbe che qualcuno cambi orientamento e rimedi al macroscopico errore fatto, ovvero che quantomeno espliciti in modo rigorosissimo le ragioni che lo portano a denegare le istanze difensive e a sostenere la legittimità della propria azione! Ebbene sapete cosa ha fatto l’Amministrazione? Nulla di nulla! Non ha mai risposto, non ha mai speso una sola parola sul perché non fosse d’accordo su quanto da noi denunciato sino alla nausea! Nemmeno in sede contenziosa, a fronte di un ricorso di 50 pagine, hanno scritto mezza riga sull’eccezione comunitaria, trincerandosi in un intollerabile diritto al silenzio assoluto e all’inerzia processuale! Questa si chiama grave negligenza!”. cz/AGIMEG