Processo ‘Carminus-Fenice’, a Carmagnola (TO) la ‘ndrangheta approfitta della Legge regionale del Piemonte per imporre slot irregolari ai bar

Ancora una volta i negazionisti della recrudescenza del gioco illegale in Piemonte – a seguito dell’entrata in vigore della Legge regionale che prevede distanziometro e limiti orari – sono stati smentiti dai fatti. E’ quanto emerge dall’udienza del maxi processo sulla ‘ndrangheta denominato ‘Carminius-Fenice’, dove è stata ascoltata la sindaca di Carmagnola, cittadina in provincia di Torino, che secondo l’accusa è stata infiltrata dalla ‘ndrine, in accordo con la mafia siciliana e quella nigeriana per gestire senza problemi i traffici di droga, il gioco d’azzardo illegale e lo smercio di documenti falsi. In particolare – come riporta ‘CronacaQuiTorino’, l’accusa contesta a molti degli imputati di aver colonizzato vari bar e di aver installato apparecchi illegali. Inoltre, negli ultimi tre anni sono avvenuti sette incendi ad auto di assessori e colonnelli delle forze dell’ordine, lettere anonime intimidatorie e strani controlli della Polizia Municipale che, fino al 2018, non aveva riscontrato nessuna irregolarità nei suddetti bar in cui erano stati installati le macchinette illecite. Insomma, questi fatti dimostrano ancora una volta che quando l’offerta di gioco pubblico viene arbitrariamente ridotta dagli enti statali ad approfittarne è la criminalità organizzata che si inserisce abilmente nel tessuto economico per fare i propri interessi. lp/AGIMEG