Rapporto Lottomatica-Censis: “Per l’81,7% degli italiani lo Stato deve sensibilizzare e informare sui rischi di dipendenza da gioco”

“L’81,7% degli italiani è convinto che lo Stato abbia il compito di
sensibilizzare e informare sui rischi di dipendenza dal gioco ma poi
ciascuno deve essere libero di decidere se giocare o meno, con il dato che
arriva all’86,2% tra gli alti redditi, all’83,6% tra i laureati ed all’85,7% tra
chi vive nel Nord Est.
È una concezione molto moderna quella che prevale nella cultura sociale
degli italiani: lo Stato non può chiamarsi fuori dalla società, deve stabilire
regole e informare di eventuali possibili problematiche, poi però esiste la
sfera della libertà individuale in cui la sovranità dei processi decisionali
deve restare assolutamente in capo alle singole persone.
Se i comportamenti non sono patologici, autolesionisti, minacciosi o
dannosi per gli altri e per la collettività, le persone devono essere lasciate
libere di decidere come comportarsi. D’altronde, vi sono milioni di italiani
che giocano con regolarità, dimostrando nel concreto che è possibile giocare
senza eccessi e senza finire preda di derive patologiche fino alla ludopatia
conclamata.
Ecco perché l’azione statuale deve prevenire i comportamenti patologici,
dannosi e autolesionisti, ma non può disegnare per legge lo stile di vita
virtuoso a cui i cittadini-sudditi devono adeguarsi.
Gli italiani sul nesso tra Stato e individuo, tra comportamenti spontanei e
regole discrezionali hanno idee molto chiare, come hanno dimostrato nel
periodo emergenziale pandemico. Solo una situazione assolutamente eccezionale di minaccia conclamata e condivisa alla salute delle persone può
far accettare restrizioni delle libertà personali.
Ed è quanto è accaduto e sta ancora accadendo nel nostro Paese, poiché di
fronte ai rischi reali del virus certificati da contagi, ricoveri ospedalieri e
morti, gli italiani hanno accettato di rinunciare a pezzi della propria
sovranità individuale e alla regolazione statuale di sfere molto personali,
addirittura intime.
Si è così avuta una moltiplicazione di regole restrittive e precetti su quel che
si poteva fare e quel che era vietato, generando vite iper-regolate, con il
consenso dei cittadini.
Ma fuori da situazioni di assoluta eccezionalità, gli italiani sono convinti
che occorra riconoscere il primato dell’autonomia individuale nelle
decisioni, promuovendo l’autoregolazione responsabile che significa
lasciare le persone libere di decidere, ma supportandole con flussi
informativi che offrono strumenti per capire rischi e modalità di
prevenzione degli stessi.
No a imposizioni dall’alto, per editto, di divieti che dovrebbero disegnare
per ciascun individuo uno stile di vita virtuoso, sì alla libertà consapevole
delle persone: ecco il punto di vista degli italiani sul gioco”. E’ quanto riporta il rapporto Lottomatica-Censis presentato oggi a Roma. “La gestione del sistema di gioco legale non è effettuata direttamente dallo
Stato e dalle sue amministrazioni, ma è affidata in concessione ad un
soggetto altro, di solito un gruppo imprenditoriale privato.
Il 71,2% degli italiani ritiene che la qualità delle regole sul gioco stabilite
dallo Stato e la tutela dei consumatori/giocatori dipendano in modo
sostanziale dalla qualità e dall’affidabilità del concessionario, cioè del
soggetto che per conto dello Stato gestisce i giochi: un’opinione condivisa
da quote maggioritarie trasversali ai gruppi sociali con una punta del 78,4%
tra i laureati (fig. 2).
Anche qui, guai a sottovalutare il punto di vista degli italiani: infatti, è forte
la convinzione che le regole resterebbero lettera morta o pura enunciazione
se non ci fosse un concessionario che opera come garante e responsabile
primo del buon funzionamento, secondo le regole, del sistema-gioco.
Le qualità del concessionario, il suo profilo di soggetto affidabile, di elevata
e indiscussa moralità, oltre che imprenditorialmente capace, sono un aspetto costitutivo del sistema del gioco legale, che contribuisce a differenziarlo da
quello illegale, dove le leve di gestione sono in mano a soggetti senza
scrupoli o semplicemente criminali.
Il gioco legale genera valore sociale non solo perché sono fissate regole
precise di vera e propria tutela dei giocatori, ma perché è gestito con un
modello che prevede il coinvolgimento di soggetti imprenditoriali capaci di
gestire in trasparenza l’implementazione concreta delle regole”, conclude.

cdn/AGIMEG