“Il proibizionismo non fa smettere le persone di giocare, la dipendenza non ha nulla a che fare con le distanze. Il gioco patologico è un problema enorme, le istituzioni si devono fare carico di queste persone e ridurre le dipendenze, ma se la politica sbaglia deve correre ai ripari. Credo che vi sia assoluto bisogno di una proroga per l’entrata in vigore della legge regionale del Lazio, assumiamo l’impegno affinché ciò avvenga. Mi farò portatrice di questa esigenza, in quanto i dati dimostrano che quella norma così come scritta non è detto che produca gli effetti di ridurre le dipendenze”. E’ quanto ha detto Marietta Tidei, Presidente della Commissione della Regione Lazio allo Sviluppo Economico, nel corso del webinar organizzato da Acadi “Analisi dell’impatto sociale del settore del Gioco Pubblico nella Regione Lazio e delle conseguenze dell’entrata in vigore della L.R 5/201”.
“Tra l’altro in questi mesi di chiusure e di pandemia l’illegalità è cresciuta: +800% di imposta evasa, +800% di sanzioni comminate, sono numeri che devono fare riflettere la politica. Per frenare il gioco illegale abbiamo bisogno di un coordinamento maggiore e più efficace tra Stato e regioni. Tra noi consiglieri non c’è intenzione di togliere posti di lavoro a qualcuno, non era questo lo spirito quando abbiamo firmato la legge. A febbraio 2020 nessuno poteva pensare che sale giochi e scommesse potessero restare chiusi per un anno, quindi di fatto gli effetti della legge sul gioco sono stati prodotti già da allora anziché entrare in vigore dal prossimo mese di agosto. Sarebbe doveroso da parte nostra prorogare almeno di un anno, ma non mi sento di assumere impegni, ma la situazione va sottoposta al Consiglio. Ci sono morti e feriti anche sul piano economico, quindi ci dobbiamo occupare di questo. Sulla prevenzione è ovvio che bisogna fare altro – prosegue la Tidei – non basta dire che non si può aprire a meno di 500 metri, ciò infatti non aiuta a ridurre la dipendenza. Il settore necessita un riordino nazionale in quanto complesso ed esposto, bisogna evitare fughe in avanti. Serve sensibilità maggiore da parte degli operatori e da parte di chi legifera. La riduzione dell’offerta rimane fondamentale, ma dobbiamo far ripartire l’economia. Oggi il settore è oggetto di pregiudizi, serve costruire insieme soluzioni che diano l’idea che si sta facendo qualcosa di positivo”. cr/AGIMEG