Torrigiani (Cons. Comm. Antimafia): “Riordino del settore del gioco va nella direzione sbagliata”

“Nel 2013 in Italia il numero di giocate all’anno erano pari a 1,33 miliardi, nel 2020 sono cresciute del 750% a 10 miliardi. La politica dovrebbe porre attenzione a questi numeri, mentre invece si afferma che senza gettito del gioco d’azzardo non si chiudono i bilanci dello Stato”.

“Preoccupa anche la legge di riordino del settore, prevista ad invarianza di gettito, ovvero si prevede sempre di incassare 15 miliardi di entrate per le casse erariali. La politica ha preso questa strada. Eppure l’8% dei toscani non arriva a fine mese, la pandemia ha acuito disagi, se la legge di riordino del settore del gioco va in questa direzione, ci saranno ulteriori povertà”. E’ quanto ha detto Filippo Torrigiani, Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia, nel corso del webinar di Anci Toscana “Costruire politiche di prevenzione al gioco d’azzardo patologico: il ruolo dei Comuni”.

“Vi è un cortocircuito tra un pezzo dello Stato – come sindaci, Asl, Regioni – che cerca di contrastare il fenomeno della dipendenza da gioco, ed un altro pezzo che cerca invece soltanto di ampliare l’offerta. Dicono che se lo Stato avesse gestito in maniera diretta il gioco, sottraendolo alla criminalità, si sarebbero debellati fenomeni di illegalità. Tuttavia questo è falso, in quanto il gioco legale prospera, ma quello illegale prospera ugualmente su un binario parallelo difficilmente quantificabile”.

“E’ accertato che anche attraverso il gioco lecito la mafia fa affari, lo dicono i rapporti UIF di Bankitalia. Nei primi 6 mesi del 2019 sono stati riciclati oltre 250 milioni di euro attraverso la pratica matchfixing: ci sono 7 mila piattaforme su cui scommettere, attraverso le quali viene praticato riciclaggio. Ma dobbiamo considerare anche quanto costa alla fiscalità il contrasto alle mafie”.

“Da anni – ha proseguito Torrigiani – rivendico la necessità di realizzare presso il Ministero dell’Interno un database in cui inserire tutti i reati legati al gioco azzardo, anche per avere quadro di insieme sul fenomeno. Nel 2020 l’azzardo ha subìto una contrazione, ma in realtà la raccolta ha superato 80 miliardi di euro. Nel 2021 siamo andati oltre 100 miliardi di euro, a fronte di un impoverimento generalizzato. In Italia oggi circa 7-8 milioni di persone vivono in condizioni di povertà totale”.

“Il riordino dei giochi va nella direzione sbagliata: auspicherei invece che si chiedesse meno al gioco d’azzardo e si portassero risorse all’erario attraverso il contrasto all’evasione fiscale, quantificata in 100 miliardi di euro l’anno”.

“La legge regionale toscana è un baluardo, è stata tra le prime regioni in Italia a dotarsi di una legge che serva da ombrello agli interventi che i sindaci fanno sui territori per contrastare le degenerazioni del gioco. Tra l’altro una sentenza della Corte Costituzionale del 2014 ha affermato che ove vi siano problemi legati alla salute, il sindaco puo’ e deve contrastare le degenerazioni da gioco d’azzardo per tutelare la salute dei cittadini”.

“Dico però che i sindaci devono avere ancora più coraggio: non si devono solo normare le slot con limiti orari, ma anche altre tipologie di giochi. Serve che i sindaci chiedano la tracciabilità dei flussi finanziari di gioco, il che consente da una parte di lasciar fuori i minori, dall’altra ad impedire che chi ha un certo reddito spenda più di quanto gli è consentito, impedendo così anche il riciclaggio“, ha concluso Torrigiani. cr/AGIMEG